Taormina: Pino Cuttaia e Roberto Toro – I piatti e le interviste – Belmond Grand Hotel Timeo
LES ETOILES DE LA GASTRONOMIE AL BELMOND GRAND HOTEL TIMEO
Pino Cuttaia e Roberto Toro
2 ottobre 2017
Questo autunno, nell’ambito de ‘Les Etoiles de la Gastronomie’, una serie di iniziative dedicate all’alta ristorazione che riunisce importanti personaggi del mondo enogastronomico italiano, e in collaborazione con la maison di champagne Steinbrück, Belmond Grand Hotel Timeo accompagna i suoi ospiti in un viaggio del gusto con una serie di cene d’autore da non perdere.
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Roberto Toro, Executive Chef del Timeo dal 2012, aprirà le porte della sua cucina a sei degli chef stellati più rinomati ed innovativi del nostro Paese per creare degli speciali menu degustazione a quattro mani con abbinamento tutto di champagne. I sei appuntamenti rappresentano un momento di incontro tra gusti ed esperienze diverse, nonché di confronto generazionale tra chef, con un unico filo conduttore: la scoperta dei sapori e delle tradizioni territoriali del bel Paese. In questa kermesse culinaria unica, infatti, Roberto accoglierà degli ospiti d’eccezione: Luigi Taglienti, una stella Michelin al Lume di Milano, Vincenzo Candiano, due stelle Michelin alla Locanda Don Serafino di Ragusa Ibla, Enrico Bartolini, due stelle Michelin al Mudec di Milano, Pino Cuttaia, due stelle Michelin a La Madia di Licata, Davide Scabin, una stella Michelin al Combal Zero di Rivoli, e Claudio Sadler, due stelle Michelin al Sadler di Milano.
Il quarto appuntamento, il 2 ottobre 2017, ha visto ospite in cucina Pino Cuttaia, uno dei miglior Chef del panorama siciliano e italiano contemporaneo e reale custode delle tradizioni culinarie e familiari della Sicilia di un tempo.
INTERVISTA DOPPIA: TRADIZIONE SICILIANA AL QUADRATO
ROBERTO TORO
Siciliano verace e cresciuto in una famiglia contadina dell’entroterra siciliano, Roberto incarna l’ideale di riscoperta della tradizione culinaria della sua terra in chiave moderna.
Cosa ti ha portato a diventare uno Chef?
La mia passione per la cucina è nata da bambino osservando le donne di casa ai fornelli. Quando rientravo dopo la scuola sentivo il profumo più buono al mondo: quello del pane appena sfornato da mia madre e ho deciso di diventare Chef per far sentire anche agli altri quegli odori e sapori della Sicilia di un tempo.
Cosa vuol dire essere Chef in Sicilia?
Dopo qualche anno di esperienze all’estero, ho deciso consapevolmente di tornare in Sicilia perché era forte la voglia di costruire qualcosa di importante nella mia terra. Fare lo Chef in quest’isola è un privilegio perché la ricchezza e la qualità dei prodotti che abbiamo a disposizione mi permette di esprimermi a 360°.
Perché Taormina?
Lavoro a Taormina da molti anni per scelta, perché ho avuto l’opportunità di far parte del mondo dell’hotellerie che io amo. Mi piace perché qui riesco ad entrare in contatto con molti ospiti, spesso di nazionalità, cultura ed estrazioni diverse. Questo mi permette di confrontarmi quotidianamente con molteplici esigenze alimentari che devono essere accontentate creando menù di ampia visione: è una sfida costante!
Da cosa sei ti lasci ispirare?
Nei miei piatti cerco sempre di trasmettere il mondo di emozioni che da bambino vivevo quando osservavo mia madre in cucina. Ma sono molto schematico: in cucina non si pasticcia! Le mie ricette nascono quasi a tavolino, da un insieme di gusti e accostamenti di sapori che ho già in testa: quando creo un piatto è perché ho le idee chiare.
Spettacolarizzazione o sostanza nei piatti?
Preferisco non snaturare mai gli ingredienti con troppi effetti speciali. Mi piace sperimentare nelle tecniche di cottura e divertirmi con presentazioni creative, ma sempre nel rispetto della materia prima
PINO CUTTAIA
Considerato da molti uno dei migliori Chef stellati in Sicilia e in Italia, Pino Cuttaia cucina a Licata, nell’estremo sud, per scelta perché lì trova il tempo necessario per dar spazio alla creatività.
Cosa ti ha portato a diventare uno Chef?
Quando ho iniziato la gastronomia non aveva la fama di oggi e non avevo dalla mia parte la mia famiglia: i miei genitori pensavano che il cuoco fosse un mestiere solo di sacrifici e credevano di aver quasi perso un figlio. Ma io la cucina ce l’ho sempre avuta dentro e sono andato avanti tenacemente per la mia strada.
Cosa vuol dire essere Chef in Sicilia?
Da Chef ho scelto e scelgo innanzitutto la Sicilia perché credo che restare nella terra dove sono cresciuto e dove ho imparato a riconoscere gli ingredienti e i prodotti che utilizzo tutti i giorni in cucina sia un valore aggiunto. Nella mia terra ho molto di più da raccontare grazie a delle materie prime straordinarie e alle storie familiari della mia infanzia che riporto sempre nei miei piatti.
Perché Licata?
Licata è stata una scelta: ho sempre sofferto la lontananza e ho voluto tornare nel luogo dove sono nato. Certo, Licata si trova all’estremo sud e fuori da tutte le rotte gastronomiche, ma mi piace l’idea che un ospite faccia un vero viaggio per venire a provare la mia cucina. E poi Licata è il giusto luogo per dedicare tempo a se stessi e alla riflessione necessaria per maturare le idee creative.
Da cosa sei ti lasci ispirare?
Credo che un cuoco debba essere il custode dei gesti domestici che si imparano in famiglia da piccoli. Oggi si è sempre di corsa e nessuno ha più il tempo di tramandare le tradizioni di madre in figlio e questo oggi è il compito di uno Chef. Io quindi mi lascio ispirare dai ricordi che cerco di evocare e la mia tavola diventa il luogo della memoria.
Spettacolarizzazione o sostanza nei piatti?
Io preferisco decisamente la sostanza. L’eccessiva spettacolarizzazione dei piatti a cui ci hanno abituati molti Chef contemporanei lascia i tempo che trova. E’ chiaro che la cucina è un modo per comunicare e anche le presentazioni belle e curate hanno il loro ruolo, ma io prediligo la semplicità. Mi considero più un artigiano che un artista.
MENU’
Pino Cuttaia e Roberto Toro
2 ottobre 2017
Pizzaiola: merluzzo all’affumicatura di pigna
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Cocktail anni ‘80
Champagne Steinbrück Cuvée Brut Tradition en Magnum s.a.
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Memoria visiva
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Tortelli…in autunno
Champagne Steinbrück Cuvée Les Etoiles de la Gastronomie Brut 2006
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Maialino nero dei Nebrodi al sugo della domenica
Champagne Albert Le Brun Cuvee Veille France Brut Rose’ 2004
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Torta di mele della nonna
Porto Croft Distinction Reserve “Vintage Character”
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Piccola pasticceria da fine pasto
Via Teatro Greco 59
98039 Taormina (ME)
Tel: +39 0942 627 0200
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